di Nadia Scaratti
Gli ospedali come supporto al dopo parto e sostegno all’allattamento al seno propongono alle donne da 1 a 2 visite in ospedale, molti hanno anche istituito spazi di accesso libero nel primo mese o invii al consultorio familiare di zona.
Tutti questi interventi non tengono conto appieno delle difficoltà di quasi tutte le donne a trovare, soprattutto nel primo mese, un nuovo equilibrio tra i propri bisogni e quelli del bambino.
Non sempre per una mamma è facile raggiungere l’ospedale o il consultorio di riferimento in modo autonomo, spesso deve utilizzare i mezzi pubblici o la propria auto e non sempre si sente sicura di guidare, temendo che durante il tragitto il bambino possa piangere, distraendola e mettendo entrambi in pericolo.
La visita dell’ostetrica al domicilio della donna dopo la dimissione dell’ospedale è da considerarsi per mamma e bambino uno degli strumenti più efficaci per l’avvio dell’allattamento e come sostegno per i momenti di fatica, sia fisica che emotiva, che caratterizzano questo periodo.
La visita a domicilio risponde al bisogno primario della donna che è quello di essere protetta, nutrita e accolta. Inoltre, le viene riconosciuto che si trova in un momento di grande cambiamento iniziato già da 9 mesi, ma in continuo divenire favorendo la crescita delle sue competenze come madre e a riconoscere i bisogni del suo bambino. Andare a domicilio permette di conoscere l’ambiente dove vive con il proprio partner, lo spazio creato per il suo bambino, eventuali figure di supporto, lo stile di vita e molto altro.
Quando programmo una visita a domicilio cerco sempre di trovare il momento più adatto per quel nucleo familiare nell’arco della giornata facendomi raccontare i ritmi, le abitudini e il motivo della richiesta, e di valutare se è necessario o meno durante la visita che sia presente il papà del bambino o altre figure di supporto.
Quando arrivo a casa della donna cerco di essere sempre molto discreta, osservo e rimango in ascolto. Ogni coppia, ogni situazione è sempre unica, portatrice di bisogni personali che è importante siano espressi, sostenuti e non giudicati. L’ambiente familiare e protetto permette alla donna di potersi esprimere liberamente, lasciare uscire tutte le emozioni anche quelle considerate più negative.
Questa modalità mi permette di rendere il mio intervento più efficace, ma soprattutto di grande sostegno per la nuova famiglia che incontro e accompagno nella loro esperienza di genitorialità.