a cura di Paola Eginardo

I gruppi per mamme con bambini in età compresa tra 4 e 12 mesi, con la presenza di una conduttrice con formazione pedagogica, sono uno spazio di incontro settimanale ideato per qualificarsi come “sostegno alla maternità”.

Ci si incontra sulla base della comune esperienza che le donne stanno vivendo, quella della maternità, del divenire genitore di quel bambino reale. Le esperienze individuali, inevitabilmente differenziate, vengono dunque condivise a partire da questo terreno comune.
Le mamme portano nel gruppo contenuti d’esperienza che hanno a che vedere con dubbi, scoperte, consapevolezze, fatiche ed emozioni che emergono dalla relazione con i propri figli e dai movimenti che attraversano il sistema familiare.

La presenza della conduttrice ha una funzione di accoglienza, nel senso più ampio del termine, delle persone e di qualsiasi argomento o vissuto portato; il suo compito è cercare di trasformare le questioni presentate in un’occasione per una riflessione pedagogica sui processi educativi e sulle relazioni che si snodano all’interno della famiglia.

La formazione pedagogica della conduttrice, orientata in particolare alla relazione madre/figli, permette di nominare anche alcuni riferimenti di tipo teorico, non con l’idea di proporre lezioni di pedagogia, ma per ancorare su basi più fondate la riflessione che spontaneamente prende forma dal confronto. Insieme si prova a decostruire rappresentazioni dei bambini o del ruolo materno che ognuna ha elaborato a partire dalla propria esperienza personale; si mettono a confronto modelli interpretativi divergenti; si lavora sulle proprie individuali attribuzioni di significato.

Il contenitore si connota come luogo protetto: le donne sanno che il materiale condiviso è intimo; in quanto tale, va custodito all’interno di quello spazio e non può essere divulgato all’esterno. Anche la conduttrice è tenuta ad attenersi al segreto professionale e quindi ciò che si genera è un patrimonio che può essere traghettato fuori dal gruppo per le consapevolezze e per gli apprendimenti che produce e non per ciò che qualcuno ha detto.

Si lavora per costituire un contesto non giudicante, all’interno del quale, però, è possibile operare delle valutazioni: ciò che si racconta, che si narra, cosa accade a casa, il modo in cui si pensa di agire nei confronti dei bambini è oggetto di esplorazione, di disamina, al fine di sostare sulle questioni con uno sguardo paziente, che antepone alla soluzione dei problemi la propensione a comprendere i molteplici elementi in gioco.

Si prova a mettere in discussione la abituale postura che ci porta a ragionare per dicotomie (bene/male, giusto/sbagliato) per potersi avvicinare alle situazioni con uno sguardo aperto alla conoscenza anziché alla classificazione. Assai più utile è provare a capire insieme da dove nasce l’idea che abbiamo in mente, come ha preso forma il modello educativo che guida le azioni quotidiane, come siamo arrivati ad elaborare quella strategia.
Con delicatezza, si prova anche a riconoscere quali modelli educativi le mamme hanno interiorizzato (di solito in maniera inconsapevole) perché inevitabilmente lo stile relazionale che caratterizza il rapporto con il proprio figlio è permeato da quella eredità.

I gruppi non prevedono argomenti predefiniti; ciò nonostante durante gli incontri si presentano alcune tematiche ricorrenti, che assumono specifiche particolari in base all’avanzare dell’età dei bambini:

  • Il sonno dei bambini; è un tema molto sentito, data la sua generale irregolarità che produce ricadute anche molto intense sulle fatiche dei genitori.
  • Il bisogno di stimolazione dei bambini; questo è uno dei contenuti che proviamo a decostruire, poiché ci confrontiamo con una serie di stereotipi relativi al bisogno dei bambini piccoli di essere stimolati. Più interessante e utile è affrontare con le mamme l’impegno che richiede stare con il proprio bimbo piccolo per molte ore, spesso senza altri interlocutori adulti.
  • Lo sviluppo motorio; è un tema sovente introdotto dal conduttore, cui capita di rilevare interventi anticipatori delle fasi dello sviluppo motorio oppure, per contro, una scarsa attenzione per passaggi che non evolvono;
  • Il cambiamento alimentare, cioè la graduale proposta di alimenti diversi dal latte materno o artificiale. Questa esperienza viene guardata, preparata e sostenuta evitando derive tecnicistiche, spostando il focus dell’attenzione sul tipo di esperienza che si vuole proporre.
  • Le vaccinazioni; il tema non viene trattato dal punto di vista medico-scientifico ma considerando le implicazioni e i timori che si muovono nei genitori quando occorre compiere una scelta che riguarda la salute dei propri figli.
  • Il rientro al lavoro delle mamme; vengono esplorate le varie possibilità relative all’affidamento dei bambini e ricercata quella più adatta e sostenibile per quel nucleo familiare, al di là di qualsiasi idealizzazione.
  • Il ruolo dell’altro genitore, con le sue molteplici implicazioni che richiedono di provare a mettersi nei panni dell’altro adulto di riferimento e confrontarsi con uno stile educativo diverso dal proprio.
  • La comunanza della coppia genitoriale rispetto alle scelte educative (come affrontare i diversi punti di vista e come costruire un terreno comune).
  • La relazione dei nonni con i bambini, ma anche dei nonni con i genitori (ruoli, funzioni, stili comunicativi, dinamiche relazionali).

Gli incontri permettono un’osservazione attenta dei bimbi. L’osservazione del bambino in un contesto di gruppo in cui sono presenti altri bambini determina, nelle mamme presenti, un inevitabile confronto relativo allo sviluppo individuale, alle competenze acquisite, alle caratteristiche specifiche dei piccoli, agli aspetti che caratterizzano la loro soggettività. Si abbandona qualsiasi logica classificatoria o prestazionale; si pone l’attenzione a verificare che lo sviluppo evolutivo del singolo bambino gli consenta di affrontare i diversi passaggi di crescita in modo fisiologico, nel rispetto dei tempi individuali.
Al contempo, si ragiona attorno all’opportunità di creare, attorno al bambino, un ambiente facilitante per una sperimentazione che gli permetta di apprendere nel modo più naturale possibile.
È assai interessante rilevare differenze di indole, di temperamento, di soggettività che qualificano quel singolo bambino, che ce lo fanno scoprire e conoscere meglio.

Quanto illustrato si realizza all’interno di una stanza della Casa Maternità, uno spazio appositamente studiato perché l’esperienza possa svolgersi, perché determinati processi possano delinearsi.
Le mamme siedono a terra, sul tappeto, assumendo una prossemica circolare. I bimbi vengono adagiati dinanzi a loro (o tenuti in braccio, quando hanno bisogno di ritrovare il contatto corporeo). In questo modo la comunicazione circola, così come lo sguardo sui bambini.
La porta è chiusa: il contenitore ha un confine e la percezione è di tutela.
A disposizione solo cuscini e il Cestino dei Tesori, dal quale i bambini attingono oggetti per le loro esplorazioni sensoriali. Null’altro, per non disperdere l’attenzione su quanto, insieme, si sta osservando.
La posizione a terra permette al bambino di compiere spontaneamente una serie di esplorazioni motorie che lo porteranno, nel tempo, ad acquisire la capacità di muoversi nello spazio e di arrivare a mettersi seduto in modo autonomo.
Si osservano le prime forme di scambio tra i bimbi presenti per arrivare a quelle più sviluppate: dal semplice sguardo a distanza, al tocco reso possibile da un avvicinamento, allo scambio di oggetti, ai vocalizzi comunicativi.

Quando il bambino ha sviluppato interesse nei confronti di alimenti che non siano il latte, nella stanza trova spazio un angolo per il pranzo (le mamme portano il cibo, che viene scaldato nella cucina di Casa Maternità).

La partecipazione al gruppo consente di uscire da una quotidianità faticosa e troppo spesso vissuta in solitudine.
Le relazioni che si sviluppano all’interno del gruppo spesso si trasformano in rapporti continuativi che nutrono la socialità delle mamme e che contribuiscono a costruire quella rete solidale di supporto di cui la maternità ha così bisogno.

Per Casa Maternità, l’incontro con le donne e madri offre un universo esperienziale ricco e variegato, stimolo per continuare a ragionare sui molteplici significati e forme che la maternità può assumere e per cercare, insieme, nel tempo, le strategie di supporto più sensate.