di Marta Montani
Il ciclo mestruale è trasversale nella vita di una donna, lo troviamo in adolescenza, nell’età fertile, dopo il parto o dopo un’interruzione di gravidanza. In alcuni momenti è armonico, in altri momenti ha bisogno di ritrovare un equilibrio e una ritmicità.
Solitamente gli ormoni femminili lavorano in sintonia e sinergia rendendo il ciclo mestruale come una sinfonia, una musica ciclica, ritmica. Un sistema modulante di ormoni tiene sempre in comunicazione il cervello e l’apparato genitale (ovaie e utero).
Nel ciclo mestruale si produce un ovulo, metaforicamente un progetto, si prepara il terreno per questo progetto, si mettono le basi, infatti cresce l’endometrio, il tessuto interno dell’utero, quello che potrebbe accogliere una nuova vita.
Nella prima fase del ciclo all’interno dell’ovaio cresce il follicolo, l’involucro che contiene l’ovulo, l’endometrio inizia ad inspessirsi, il collo dell’utero si ammorbidisce e inizia ad aprirsi. Ciò che succede nel corpo succede anche nelle emozioni e nei comportamenti, infatti gli ormoni modulano il nostro corpo e le nostre emozioni. In questa fase regnano gli estrogeni, l’ormone dell’acqua, dell’espansione, dell’arricchimento, dell’apertura emozionale che permette il contatto con la nostra parte profonda. Gli estrogeni favoriscono l’apertura e la sessualità. Apertura e voglia di fare.
Questa fase culmina con l’ovulazione, l’ovulo esce dall’ovaio. L’endometrio è al massimo della sua crescita, il collo dell’utero è aperto e morbido, il muco fluido e abbondante. Eccitazione e creatività, preparazione e effettuazione di un progetto.
Nella seconda fase l’endometrio si sfalda, c’è il sanguinamento, l’ovulo e il sangue mestruale fluiscono fuori dall’utero e dalla vagina. Il collo dell’utero è chiuso e rigido, il muco assente o quasi. Ciò che succede nel corpo succede anche nelle emozioni e nei comportamenti, il progesterone è l’ormone che prevale e si ha bisogno di rallentare i ritmi, si è meno disponibili alle relazioni sociali, si ricerca la solitudine e l’introspezione, è tempo di bilanci.
In questa fase avviene la perdita di sangue, l’unica perdita di sangue del corpo non prodotta da un danno o da una ferita, e poi arriva, di nuovo, il rigenerarsi del tessuto che rappresenta la rinascita e il rinnovamento.
Con la mestruazione ci si prepara ad un nuovo ciclo.
Tutto ciò grazie a questo dialogo tra cervello e apparato genitale in cui gli ormoni femminili sono il contenuto del dialogo. L’asse cervello-ovaio è inoltre interconnesso con le altre attività dell’intero organismo, per esempio influenza ed è influenzato dall’asse cervello-surrene, la ghiandola che produce il cortisolo, ormone dello stress. Quindi prendersi cura del proprio ciclo mestruale significa prendersi cura di tutto il nostro corpo, dei nostri propositi e della nostra vita emotiva.
In adolescenza la ciclicità del corpo ha bisogno di avere il tempo per prendere un ritmo. Sappiamo bene che la ripetizione è utile per imparare qualsiasi cosa, con il ciclo mestruale questa possibilità di ripetizione è mensile, quindi per imparare questa ritmicità possono passare anche molti mesi, se non anni. Lasciamo tempo al corpo per imparare e trovare il suo ritmo.
Dopo il parto l’allattamento al seno funziona come modulatore negativo del ciclo mestruale. Il corpo sa che mentre si allatta una gravidanza potrebbe essere faticosa (anche se ogni tanto qualche ovulo può comunque saltar fuori dalle ovaie!). L’atto della suzione fornisce uno stimolo per la soppressione della ovulazione. Questa transitoria infertilità è molto variabile. Se la donna allatta al seno questo periodo può durare anche molti mesi mentre se non allatta al seno il periodo dura circa sei settimane. Per preservare questa una transitoria infertilità sono importanti la frequenza delle poppate e la durata dell’allattamento. L’ovulazione può riprendere al diminuire della suzione, ma può comunque di nuovo essere soppressa al loro aumento.
L’utilizzo dell’allattamento come contraccettivo è chiamato metodo dell’amenorrea da lattazione (LAM: Lactational Amenorrhoea Method). Il corretto utilizzo del metodo prevede che vengano soddisfatti i seguenti tre criteri: essere entro i primi sei mesi dal parto, non aver avuto il capo parto (prime mestruazioni dopo il parto), avere un allattamento esclusivo o prevalente, diurno e notturno con intervalli tra le poppate non superiori alle quattro ore di giorno e alle sei ore di notte.
Dopo un aborto, il corpo, che era proiettato verso una gravidanza, deve recuperare, prendersi il tempo del lutto. Infatti, lasciare andare quella gravidanza e quel bambino è un vero e proprio lavoro di lutto che avviene dentro al proprio corpo. Proprio per questo motivo nei 4-6 mesi successivi alla perdita è molto comune osservare cicli mestruali assenti o irregolari.