di Anna Terzi
“Mamme in Divenire” lo abbiamo creato noi mamme. E lo modelliamo e adattiamo ogni volta che ci incontriamo e ci confrontiamo. Ed il progetto, per come è stato creato, cioè all’insegna dell’improvvisazione ma entro certi paletti pre-definiti, ci consente di farlo.
Questo progetto di Casa Maternità Via Lattea, è nato dalla necessità di due mamme che durante una pandemia, scontrandosi con la chiusura della Casa e dei suoi salvifici corsi, si sono sentite alla deriva e hanno così lanciato un SOS. Il nostro appello è stato sentito dalla pedagogista della Casa Maternità ed in un battibaleno, c’era una piattaforma, visti i tempi virtuale, un gruppo di mamme desiderose di incontrarsi e scambiarsi il loro vissuto e la fondamentale supervisione della pedagogista “acchiappa-sogni”. Ma non sapevamo ancora cosa sarebbe nato da questa lista di ingredienti deliziosi. Ed ogni volta che ci incontriamo siamo tutte piacevolmente sorprese dai risultati.
É passato quasi un anno e non è facile definire “Mamme in Divenire”. Come ogni mistero ha un fascino enorme. Come ogni mistero, bisogna avere fede, crederci ed avere la tenacia e la curiosità di scoprirlo. E, come ogni mistero, ha una forma, un colore, un sapore. Ma questo non è un indovinello dunque proverò a parlarvi della mia esperienza di “Mamme in Divenire”.
Sono una delle due mamme “fondatrici” del progetto. Ho un bimbo di 18 mesi e durante tutto il nostro percorso ho sempre avuto bisogno di confrontarmi con altre mamme, per esempio partecipando ai corsi mamma/bambino della Casa Maternità, e di avere dei punti di riferimento professionali, come l’ostetrica e la pedagogista. Questi due elementi sono stati vitali per permettermi di esprimere al meglio la mia maternità e di diventare così una, sebbene imperfetta, mamma un poco consapevole. Nel momento in cui, al compimento di un anno di età del bambino, si è saputo che non si sarebbe potuto partecipare causa Covid al passaggio successivo del corso mamma/bambino, cioè allo Spazio Gioco, in due abbiamo espresso alla pedagogista la nostra paura di rimanere sole e isolate.
Così è stato creato un gruppo di otto mamme. Abbiamo tutte figli di età diversa, da piccolini di un anno a figli adolescenti, e ci incontriamo mensilmente. Ogni incontro ha una tematica di cui la pedagogista ci informa precedentemente. Durante l’incontro c’è un tempo di condivisione tra noi ed un tempo di elaborazione da parte della pedagogista. Viene fuori il vissuto di ognuna di noi che, nonostante le grandi differenze di età dei figli, ha sempre dei comuni denominatori.
I dubbi e le paure delle mamme dei più piccoli ricordano alle mamme dei più grandi di tutti gli ostacoli che hanno superato e come hanno ormai acquisito un metodo educativo avendo integrato il loro vissuto. Le esperienze delle mamme dei più grandi danno prospettiva alle mamme dei più piccoli e creano così quello spazio di respiro che spesso si perde quando si è madri per la prima volta o quando si sta accudendo un bimbo molto piccolo.
Come mamma di uno dei piccoli, vedo le mamme più esperte come delle mentori, delle astute vegliarde. La loro esperienza è preziosa ed il fatto che abbiamo in comune la Casa Maternità e perciò dei valori educativi di un certo tipo, che io valorizzo e rispetto e condivido, mi permette di seguire con serenità i loro passi. Questa serenità è accentuata dalla presenza ai nostri incontri della pedagogista che è capace di acchiappare le parole chiave e riassumere le nostre condivisioni in sani principi educativi.
Vorrei dare un esempio.
Quando il mio bimbo, ha compiuto un anno, è emerso in me un forte desiderio di smettere di allattare. Questo è coinciso con uno dei primi incontri del gruppo. La tematica era “il confine”. Sono state dette delle cose dalle mamme-mentori che mi hanno illuminato il cammino e fatto da linee guida per mesi finché, con i nostri tempi, l’allattamento è finito sei mesi dopo. La mia richiesta di linee guida e “consigli” su questa tematica, ha ricordato alle mamme dei più grandi il percorso fatto da loro e come, per esempio, il porre dei sani confini ai propri figli è un qualcosa che ancora adesso si portano dietro e hanno integrato nelle loro scelte educative.
Noi, mamme nuove, facciamo emergere le ossa, lo scheletro della maternità, la base. Le mamme dei grandi, aggiungono la ciccia, i muscoli, i nervi. La pedagogista che ci supervisiona mette la pelle, unisce il tutto. Insieme creiamo un corpo. È un processo creativo quello che accade in “Mamme in Divenire”.
È un camminare insieme, ognuna al proprio passo ma insieme. È una cordata di donne e madri. È un sostegno reciproco. È un imparare da sole e insieme e poi di nuovo da sole. È uno sfogo costruttivo e contenuto. È essere specchio una per l’altra. È un’opportunità di crescita e di ascolto. È un luogo sicuro per parlare di cose che fanno paura. Per essere senza vergogna. Senza giudizio. Sono molto grata alle partecipanti del gruppo e alla pedagogista e attendo con gioia e curiosità il nostro prossimo incontro.
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